A tutta pastura
- Enrico Avagliano
- 28 mag 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 14 giu
Testo e foto di Sergio Farina

La pasturazione è azione fondamentale in tutte quelle tecniche che prevedono l’uso di un’esca naturale. Attirare il pesce sulla zona di pesca aumenta in modo esponenziale le probabilità che lo stesso trovi il nostro innesco, un’azione di pasturazione mirata è il labile confine che separa un clamoroso cappotto da una sessione memorabile. Feeder e specialist non sfuggono certo a questa regola e quello che andiamo ad inserire dentro un pasturatore o intorno ad un method costituisce la chiave di volta per pescare con raziocinio ed in modo efficiente. Il mercato offre decine di soluzioni spesso tarate sulla tecnica, studiate per ambito o dedicate ad un pesce specifico, districarsi in questa marea di proposte può essere difficoltoso, vediamo di fare un po’ di chiarezza almeno per quello che riguarda il mondo del feeder.
GENERALITA’:

Le pasture sono prima di tutto un mix di farine di varia estrazione: animale e/o vegetale, che possono essere integrate o meno, direttamente dal produttore, da "particles" quali pellet, canapa o granaglie varie. Le diverse tipologie di pastura, in relazione agli ingredienti ed alle eventuali aggiunte, hanno granulometria e meccanica diverse in relazione all'uso per le quali sono pensate. Parliamo di pasture di qualità, non prodotti "scarichi" dove la maggioranza del peso è costituita da materiale inerte quale cellulosa o terra (che hanno scopi precisi) , parlo ovviamente di pasture ready made. I vari attrattori e/o integratori sono una categoria a sé stante, commercializzati per aumentare l'efficacia di pasture e soprattutto inneschi al verificarsi di determinate condizioni. Imparare a conoscere prima le pasture e poi gli additivi e le eventuali integrazioni è il primo passo per evitare di spendere soldi inutilmente e, ancora, di andare a peggiorare l'azione di una pastura o di un innesco con abbinamenti errati o dosi sbagliate, in questo senso l'inesperienza e/o l'ignoranza (del prodotto) gioca un ruolo fondamentale. E' anche vero che il packaging e la pubblicità sono finalizzate a pescare il pescatore prima del pesce, ed è l'errore in cui cadono in tanti pensando che un qualsiasi attrattore, aggiunto a qualsiasi pastura e usato in qualsiasi condizione possa fare la differenza in termini di catture. Ora nessuno può negare che un piatto di maccheroni al sugo sia appetibile, attrattivo e nutriente di suo, ma negare a priori l'efficienza di una aggiunta usata con cognizione di causa e nelle giuste dosi è un po’ come affermare che lo stesso piatto di maccheroni con l'aggiunta di una spolverata di grana sia meno appetitoso....

GLI INGREDIENTI:
Ogni azienda conserva gelosamente le proprie “ricette”, ingredienti e dosi sono segretissimi, normalmente sulla confezione vengono indicate solo le farine principali o quelle caratterizzanti. Importante è affidarsi a prodotti di qualità, evitando mix economici che molto spesso contengono alte percentuali di ceneri e cellulosa, materiali totalmente inerti che vengono usati unicamente per fare volume. Un buon consiglio è quello di usare prodotti della stessa azienda, l’esperienza aiuterà a capirne i pregi ed a sfruttarne al meglio le qualità.
LA GRANULOMETRIA:
importantissima nella scelta di un mix, pasture più o meno pesanti possono avere rese diametralmente opposte in base agli ambiti di utilizzo ed alle discriminanti di pesca. Scegliamo mix con granulometria grossolana quando peschiamo in acque profonde e/o veloci, quando puntiamo a selezionare la taglia del pesce e quando applichiamo strategie mirate a mantenere attiva una zona di pesca per lungo periodo. Un mix a granulometria molto fine, al contrario, è da preferire in tutte quelle situazioni di acqua ferma o lenta dove una “nuvola” di pastura che attira il pesce senza saziarlo può fare la differenza.

LA MECCANICA:
Per meccanica di una pastura si intende la velocità con cui la stessa entra in pesca e comincia a lavorare ma anche la resistenza più o meno alta allo sfaldamento in situazioni di grande profondità, forte corrente o lanci a lunga distanza. In ogni caso si devono evitare due situazioni negative: la perdita di pastura durante la discesa nella colonna di acqua o, al contrario, una pastura che una volta sul fondo non cominci a sgretolarsi in tempi ragionevolmente brevi. Sulla scelta della meccanica influisce e non poco il tipo di feeder, nelle stesse condizioni di pesca un cage feeder scarica più velocemente e quindi necessita di una meccanica lenta mentre un open end, meno celere nello scarico, ha bisogno di un mix dalla meccanica più veloce. Sulla meccanica influiscono anche le macro particelle eventualmente aggiunte, quali pellet, mais e canapa, queste fungono da grip e rallentano sempre le tempistiche di lavoro della pastura. L’uso del setaccio accelera la meccanica del mix. Scegliamo mix veloci in condizioni di acqua ferma, su bassi fondali e sulla pesca a corta distanza, optiamo per mix più lenti e coesi sulla lunga distanza, in acque profonde o in situazioni di corrente importante.

LA BAGNATURA:
gli ingredienti di un mix di qualità hanno capacità di assorbimento dell’acqua più o meno veloci. Gli stessi ingredienti possono accettare diversi gradi di umidità in relazione alle caratteristiche delle farine. La bagnatura di un mix va fatta in almeno due passaggi intervallati da 10 o 15 minuti di riposo. Dopo la seconda bagnatura ed in relazione alla condizioni di pesca si può decidere se intervenire ulteriormente con un terzo passaggio di rifinitura. Personalmente bagno sempre la pastura sullo spot di pesca usando l’acqua del fiume o del lago, l’acqua domestica può avere additivi , quali il cloro, che possono alterare le proprietà olfattive di un composto e risultare fastidiose per i pesci, inoltre bagnature troppo anticipate, specialmente con la bella stagione e le alte temperature, possono portare il mix ad inacidire o fermentare a tutto scapito della proprietà dello stesso. E’ utile, durante la sessione, proteggere la pastura già bagnata da fattori esterni, quali sole diretto, vento o nebbia, che possono modificarne il grado di umidità. L’uso di un trapano velocizza le operazioni di bagnatura e diffonde in modo molto più omogeneo l’acqua consentendo un’idratazione perfetta, ma è solo con le mani che potere “sentire” la pastura e capire quando è pronta.

CONCLUSIONI:
Il primo consiglio è quello di usare sempre la stessa marca di pastura, scegliendo fra due o tre tipi della stessa, evitando di saltare da un brand all’altro basandosi unicamente sulle esperienze altrui o su quello che viene promulgato sui social da pseudo tester più o meno improvvisati. Ovviamente parliamo di prodotti di qualità certificata e di aziende dalla consolidata tradizione. Conoscere bene le caratteristiche di una pastura, come lavora e come rende è fondamentale, solo le singole esperienze possono dare risposte certe, un mix che in uno spot risulta devastante può essere poco efficace in un altro spot. Il secondo consiglio è quello di evitare di mescolare pasture diverse senza cognizione di causa, magari perché ci sono sacchetti già aperti da finire; è altrettanto indispensabile conoscere bene le singole pasture prima di arrivare a mescolarle insieme per esaltarne le singole caratteristiche. Terzo consiglio è quello di non lasciarsi influenzare dalle dicerie popolari che vogliono mix dolci nel periodo estivo e salati in quello invernale. Ho preso pesce con mix dolci in gennaio così come con mix speziati in agosto. Piuttosto è utile sapere quali ingredienti possono essere più o meno oleosi, più o meno carichi di attrattori o più o meno scarichi dal punto di vista nutrizionale. Il pesce non è goloso come un essere umano e una pasta e fagioli in agosto può essere rifiutata così come un’insalata in gennaio, una pastura “sbagliata” per meccanica, granulometria, ingredienti o bagnatura può sortire effetti diametralmente opposti a quelli sperati.