RISERVA NATURALE REGIONALE NAZZANO TEVERE-FARFA
- Enrico Avagliano
- 30 apr 2024
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 14 giu
Testo e foto di Francesco Benedetti

La riserva naturale regionale Nazzano-Tevere Farfa è la prima area protetta regionale del Lazio, istituita nel 1979 con la legge regionale 4 aprile 1979, n.21. Si trova in un'estesa zona umida creata dall'uomo a Nord di Roma (circa 700 ettari) successivamente alla realizzazione di una diga sul Tevere a metà degli anni ’50: il cosiddetto "lago di Nazzano". A distanza di oltre mezzo secolo, la vegetazione si è adattata alle mutate condizioni ambientali e il regime di protezione ha consentito a questo ambiente di rimanere integro. Questo itinerario oggi rappresenta uno dei siti più interessanti dell'Italia centrale per l’osservazione degli uccelli e dell’affascinante e sempre poco conosciuto “mondo della palude”. La Riserva Naturale è SIC (Sito di Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a Protezione Speciale) ed è inserita nel sistema europeo di Rete Natura 2000 (regione biogeografica mediterranea). C’è da dire innanzitutto che La Riserva è liberamente accessibile tutti i giorni dall'alba al tramonto, ovviamente nel rispetto delle norme di comportamento che regolano la fruizione dell'Area Protetta. Recentemente poi il sentiero natura "La Fornace" di traversine di legno è stato riaperto al pubblico dopo i lavori di ristrutturazione; tale sentiero è esclusivamente pedonale ed è assolutamente vietato l'accesso ai visitatori in bicicletta e a cavallo come anche indicato dalla segnaletica. I sentieri natura e i capanni d'osservazione lungo le sponde del fiume ci permettono di osservare la vita acquatica della Riserva.

Ho affrontato un percorso con i miei due figli di 8 e 3 anni e devo dire che con un passeggino anche i più piccoli possono farlo insieme a noi. Per chi poi volesse comprendere meglio la vita e gli equilibri di questo ecosistema il Museo del Fiume di Nazzano è sicuramente una tappa da considerare. Trascorrere una giornata nelle aree attrezzate a stretto contatto con la natura è un’esperienza che coinvolge tutta la famiglia e per chi vuole i Battelli ecologici "Airone" e "Martin Pescatore" (23 posti ciascuno) consentono di ammirare la Riserva protetta attraverso un emozionante percorso dal cuore stesso di tutta l’area che è il Fiume. Il susseguirsi delle anse del Fiume risulta essere un qualcosa in continua evoluzione essendo questo paesaggio caratterizzato dalla continua seppur lenta erosione delle sponde che un così importante corso d’acqua espleta sul Territorio. Verso la fine della riserva poi il Tevere incontra il Farfa, ricevendo da sinistra il suo importante apporto idrico. Testimoni di questo incontro sono i caratteristici isolotti che si formano in mezzo al fiume maggiore; il fiume reatino vanta una buona qualità delle sue acque (in alcuni tratti non è infrequente nella bella stagione incontrarvi gente “a mollo”) tant’è che buona parte di esse vengono captate per alimentare l ’acquedotto del Peschiera Capore destinato alla Capitale. Più a valle c’è la diga di Nazzano che costituisce il confine inferiore della riserva. A parte l’indubbio valore naturalistico di questa escursione c’è da dire che Comunque in zona non mancano attrazioni storiche e culturali legate ai Comuni di limitrofi.

Come attestato dai reperti rinvenuti in loco si può affermare che il territorio di Nazzano è stato abitato sin dai tempi dell’età del bronzo. Qui poi in epoca preromana erano stanziati i Capenati, il cui territorio confinava con quello dei Sabini, dei Falisci e con quello degli Etruschi; dei quali subirono l’influenza e dei quali furono alleati contro Roma. A seguito della caduta di Veio il loro territorio fu annesso alla Repubblica Romana. Fra le testimonianze artistico-storiche più significative di questo territorio in epoche antiche troviamo quelle del cosiddetto “pittore di Nazzano”.
Il Pittore di Nazzano trae il nome dalla tomba omonima rinvenuta nella necropoli di Colle Carafa, fu artista dell'area della Valle del Tevere affine alla cultura falisco-capenate del IV sec. a.C. ed a lui sono attribuiti crateri a figure rosse provenienti dalle necropoli di Nazzano, di Nepi e della valle del Tevere, ora nei Musei Archeologici di Villa Giulia, Louvre ed addirittura al British Museum, trafugati tra gli ultimi anni dell'800 e i primi del 900. Alcuni reperti si trovano nella collezione privata del Drago a Roma; In uno in particolare è rappresentata Arianna dormiente, IV sec. a. C. Non lontana da qui sorge l’antica area di Lucus Feroniae. Con un costo veramente esiguo si può poi visitare il museo del Fiume di Nazzano.

Discorso a parte merita poi la non lontana Abbazia di Farfa: se vi resta tempo sufficiente o magari per chi decide di passare una notte all’agriturismo, l’abbazia di Farfa è senz’altro una meta che vale la pena visitare. Essa sorge ai piedi del monte Acuziano, immersa nel fascino di una natura verdeggiante. L’abbazia, dove vivono i monaci benedettini in un clima di profonda spiritualità fu dichiarata monumento nazionale nel lontano 1928, per la bellezza architettonica ed artistica del monastero e della basilica stessa ed ancora oggi è un centro di cultura e di spiritualità. Basti pensare che nelle mura della chiesa si possono distinguere frammenti di sarcofaghi paleocristiani. Nel corso dei secoli è stata visitata da re, imperatori e papi (si ricorda la visita di Carlo Magno ed in tempi recenti di Giovanni Paolo II nel 1993) e sono migliaia anche oggi i visitatori che puntualmente la frequentano anche per ammirare le caratteristiche abitazioni del Borgo di Farfa con le storiche botteghe gestite da artigiani.
Parlando di accessibilità e collegamenti c’è da sottolineare che la bellezza di questo itinerario si può apprezzare anche venendo in treno da Roma e portandosi dietro eventualmente una bici; punto di riferimento per questa modalità di fruizione è la stazione di Poggio Mirteto, sulla linea Firenze Roma; la stazione è situata al KM 15 della strada 313 che collega Passo Corese a Terni.
Ottimo punto di riferimento, molto utile prendendo in esame questa gita, è l’Ecoturismo Tevere Farfa, presente in loco da tantissimo tempo e vera e propria ciliegina sulla torta di questo percorso. Si può anche pernottare ma soprattutto si mangia bene ed in modo semplice con prodotti del territorio legati anche alla stagionalità, il che non guasta mai. Sono sempre pronti a fornirci tutte le informazioni di cui possiamo aver bisogno e vi consiglio di andarci.
Prima di intraprendere il viaggio di ritorno vale la pena soffermarsi ad ammirare la vista dalla cittadina di Nazzano, in posizione dominante rispetto all’area sottostante; sicuramente questo scorcio, merita di spendere qualche minuto in contemplazione, magari verso il tramonto.
La Pesca. Regolamentazione (foto pesca)

La pesca nella riserva è generalmente vietata, ma in deroga a questo può essere esercitata, solo in alcune zone ed in alcuni giorni, nella modalità NO KILL previo l’acquisto di un permesso rilasciato da alcuni esercizi della zona (annuale per i residenti e giornaliero per chi viene da fuori.
Proprio per il fatto che si tratta di una riserva vi esorterei a provare la pesca nei tratti limitrofi al di fuori di essa, quello immediatamente a monte, per esempio, molto comodo ed accessibile e parimenti interessante dal punto di vista della pesca. Il tratto di fiume preso in esame offre sicuramente ottime possibilità per esercitare la nostra passione: come al solito vi parlerò del feeder. Siamo dinanzi ad un fiume dal letto molto ampio che presenta un’accentuata profondità sin da subito. Il biondo fiume da queste parti è infatti pronto a farci divertire con diverse specie: carpe, carassi, cavedani, bremes, gardon ma anche siluri e persino acerine. La zona a monte del ponte di Montorso in sponda destra presenta anche dei punti abbastanza infrascati dove in estate abbiamo ombra il pomeriggio, il che non guasta mai nella stagione calda. Qui ho pescato diverse volte con vari approcci, sia feeder classico che method (ricordatevi però che il fiume richiede generalmente discrete zavorre, intorno ai 50 grammi per tenere la corrente e che il fondo digrada molto rapidamente). Per praticare la pesca in questo punto occorre sapere che è da poco stata istituita qui una ZPC e quindi occorrerà munirsi di un tesserino ulteriore oltre a quello provinciale (quello che ha sostituito la licenza) ed essere in possesso della tessera FIPSAS; di seguito le indicazioni utili :
Acque Convenzionate: Fiume Tevere da Ponzano a Torrita

La zona di pesca controllata/sperimentale (denominata ZPC 2 per brevità) è ubicata nel tratto di fiume Tevere, sponda orografica destra, ricompreso tra Ponzano Romano ( 42° 16,09 N-12° 33,47E) (sarà contrassegnato con apposite paline di inizio ZPC) il e il ponte sulla via Tiberina SP 15a in località Torrita Tiberina (sarà contrassegnato con apposite paline di fine ZPC) come da Convenzione stipulata con la Regione Lazio – ADA di Roma.Nella ZPC la FIPSAS ha inserito un campo di gara per la pesca sportiva nel rispetto della stessa convenzione regionale.
Nel tratto convenzionato PER PESCARE è D'OBBLIGO IL POSSESSO DELLA TESSERA FIPSAS, DEL TESSERINO SEGNACATTURE E DELLA LICENZA DI PESCA.
Il ponte che divide

Con questa sorta di ossimoro voglio descrivere quello che mi è capitato di provare uscendo dalla riserva e dirigendomi a monte nel tratto libero, ora convenzionato. Il confine fra i due tratti è appunto il ponte di Montorso, sulla provinciale. Purtroppo, il ponte non divide solo la zona della riserva dalla zona di pesca controllata ma anche la zona dove la natura è rispettata e protetta da quella dove a volte l’uomo sembra non curarsi di essa. Non è infrequente, infatti, recarsi a pesca e trovare quello che è stato lasciato da incivili nelle loro uscite precedenti; il fiume poi durante le piene invernali purtroppo “ripulisce”. Sono sicuro che tutti i lettori saranno sensibili a questo problema e vorranno invece contribuire a mantenere questo tratto di sponda del fiume pulita e fruibile a tutti quelli che vorranno recarvisi dopo di loro.
BOX: Link utili
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