Spigole nel gelo
- Enrico Avagliano

- 12 feb 2024
- Tempo di lettura: 5 min

Chi me lo ha fatto fare.. Queste erano le uniche parole che in quella notte gelida uscivano dalla mia bocca mischiate dal fumo creato dall’umidità e dall’ennesima sigaretta. La tramontana era più fredda che mai in quella foce dove il ”Nord” si incanala velocemente a spaccarti letteralmente la faccia e tutto cioè che trova scoperto del tuo corpo. Quel piccolo cantiere ormai abbandonato teatro di questa sessione di pesca mi accoglieva come un vecchio sanatorio. Trovare spazio tra quelle vecchie imbarcazioni non è cosa semplice molte sono affondate nel tempo altre ancora coraggiosamente sfidano la tramonta e le forti piene di quel fiume. Pescare in questi ambienti non è un gioco da ragazzi molti ostacoli sommersi saranno i nostri più grandi nemici insieme ad una corrente sfalsata dalle imbarcazioni e riuscire a pasturare con precisione nel posto desiderato non sarà sicuramente la cosa più semplice del mondo. L’inverno è arrivato e con se ha portato il suo gelo e il fatidico “calo delle temperature”. Con l’arrivo della stagione fredda la specie predominante del sotto costa e senza dubbio la spigola che in questo periodo dell’anno è intenta ad espletare la fase più importante del suo ciclo vitale la riproduzione. In questo periodo che durerà per tutto l’inverno la spigola andrà in cerca di cibo in grosse quantità per accumulare energie per una fase riproduttiva molto dispendiosa. La foce in questo periodo dell’anno riversa un ruolo importantissimo.

Da sempre spigole e foce per noi pescasportivi sono state un binomio vincente. La spigola ama stazionare in questi ambienti salmastri alla ricerca di pesce foraggio caratterizzato soprattutto da cefali e salpe. La regina è un predatore che ama stazione vicino ad ostacoli sommersi o dietro le prue delle imbarcazioni dove sferra attacchi fulminei grazie all’effetto sorpresa. Quindi tutti i luoghi dove avremo un fondo irregolare o con presenza di barche di qualsiasi genere lo potremmo catalogare come un hot spot. Praticare la pesca con bolognese e bigattini con terminali sottili in questi spot non è molto semplice per molteplici motivi. L’esile terminale che ci divide tra noi e la nostra preda sarà messo a dura prova anche grazie a gli ostacoli che troveremo sul fondo e una volta che la spigola verrà allamata il suo primo pensiero sarà quello di cercare le prue delle barche per lasciarci con l’amaro in bocca. Con l’esperienza riusciremo a contrastare le fughe repentine anche in questi ambienti “complicati” ma la vera difficoltà sarà decifrare la corrente e di conseguenza la pasturazione effettuata con bigattini sfusi . Nella foce dove abitualmente dedico le mie sessioni di pesca raramente ci troveremo in condizione di poca corrente o assenza della stessa ma di norma avremo una corrente dai 4 gr a salire. Quindi la tecnica che risulta vincente è la pesca in trattenuta. Per ogni foce che si rispetti abbiamo una corrente di entrata (corrente marina) e di una corrente di uscita(corrente fluviale).

Quindi avremo due correnti quella del fiume e quella del mare che si intercambieranno in proporzione delle maree. In condizione di alta marea la corrente marina avrà una spinta maggiore e di conseguenza noteremo il rallentamento della corrente discorso opposto in condizioni di bassa marea dove la corrente fluviale sarà la corrente dominante. C’è un terzo elemento forse il più importante che ha il nome di cuneo salino. Il cuneo salino è la superficie di separazione tra la corrente fluviale (corrente superficiale) e la corrente marina (corrente di fondo). In poche parole è quello strado d’acqua dove avviene la divisione dell’acqua fluviale con quella marina. Il cuneo salino è un aspetto fondamentale della pesca in foce specialmente se opteremo per la pesca in trattenuta. Pescare in trattenuta con lenze leggere che oscillano dal grammo al grammo e mezzo di peso con una buona corrente vi assicuro che non è un gioco da ragazzi. Qui ci viene in aiuto la sovra taratura costruita da un bulk o da classiche torpille che ci permetterà di contrastare la corrente superficiale e far adagiare le nostre spallinate leggere sul fondo. Qui sapere dove è collocato il cuneo salino è di fondamentale importanza. Se la nostra sovra taratura si dovesse trovare al di sopra del cuneo salino la nostra lenza pescherà troppo sollevata dal fondo e sarà in balia della corrente se invece la sovra taratura si dovesse trovare al di sotto del cuneo salino la nostra lenza risulterà una lenza troppo statica e poco adescante. Quindi da come si evince dovremo pescare in una sorta di equilibrio dove tutto l’apparato pescante riversa un ruolo ben preciso. Ora arriva il momento più complicato individuare il cune salino. Dopo aver montato il nostro segnalatore applicheremo una sonda ed andremo a sondare tutta la colonna d’acqua che abbiamo di fronte. Appena collocheremo la nostra sonda sulla superficie dell’acqua noteremo che il filo si posizionerà verso valle segnale inequivocabile che siamo entrati nella corrente fluviale man mano che scenderemo verso il fondo ci accorgeremo che la corrente sarà inferiore. Quando noteremo che la nostra sonda scenderà perpendicolare allo specchio d’acqua vorrà dire che siamo all’interno del cuneo salino cioè al centro delle due correnti è proprio in quel punto che dovremo collocare la nostra sovra taratura. Lo step successivo e di passare alla realizzazione della nostra spallinata in proporzione alla corrente che ci troviamo di fronte. Ora il nostro apparato pescante è in tattenuta sul fondo. Un altro aspetto fondamentale è la pasturazione da effettuare in modo regolare con fiondate di bigattini vale sempre la regola poco ma costante. Per un ottima pasturazione oltre a valutare nel modo più preciso possibile la corrente dobbiamo guardare con molta attenzione lo specchio d’acqua che abbiamo di fronte.

Siamo in mezzo alle barche che falsano e non di poco i vari giri di corrente e alterano la corrente superficiale frenandola. Nella maggior parte dei casi la corrente una volta incontrata l’imbarcazione tende a dimunuire e seguire il perimetro dello scafo per poi rientrare anche in modo importante verso la sponda della foce. Quindi la pasturazione deve essere effettuata oltre la distanza della nostra linea di trattenuta. Qui il cuneo salino ci verrà di nuovo in aiuto per effettuare una pasturazione il più preciso possibile. Più il cuneo salino sarà verso la superficie dell’acqua e più dovremo pasturare vicino discorso inverso se il cuneo salino si dovesse trovare più in profondità. In questa pesca il galleggiante veste una funzione importantissima. Io prediligo l’uso di galleggianti a pera rovesciata intercambiabili dato che in foce spesso ci troveremo di fronte a cambi repentini di corrente o se volessimo cimentarci in sessioni medio lunghe e affrontare più maree il galleggiante intercambiabile ci darà la possibilità di sostituirlo senza rifare tutto il nostro apparato pescante. In condizioni di corrente superficiale di moderata intensità ci possiamo coadiuvare ai fedelissimi galleggianti a vela che grazie alla loro forma sono l’ideale per contrastare una corrente superficiale importante. La pesca in trattenuta in foce è una pesca avvincente in questo periodo di freddo polare dove l’equilibrio tra correnti di varie entità può decretare un successo da un insuccesso dove ci misureremo con prede scaltre e smaliziate. Questo è la pesca alla spigola in inverno questo è la foce.

























