Trattenute salmastre in acque basse
- Enrico Avagliano
- 20 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 giu
Testo e foto di Enrico Avagliano

La pesca in trattenuta in foce è la tecnica che prediligo da sempre. Ho scritto diversi articoli riguardanti questa tecnica mirata alla spigola, regina indiscussa del salmastro. La pesca alla spigola con il bigattino è sicuramente tra le tecniche più avvincenti, ma allo steso tempo tra le più complicate. Dovremo tenere conto di diversi fattori, tra cui la corrente la profondità e la marea. In questo post
prenderemo in esame la pesca in trattenuta in acque basse, utilizzando il galleggiante torpedo della Cralusso.
In questa tecnica la scelta del galleggiante è di fondamentale importanza. In condizioni di discreta corrente la scelta deve virare su un galleggiante che ci consenta di rimanere fermi e quindi di effettuare un perfetta trattenuta. Ecco che ci vengono in ausilio i famosissimi Torpedo.

La domanda sorge spontanea, perchè utilizzare il torpedo e non un classico galleggiante? La risposta ce la darà la conformazione del torpedo stesso. Ha una forma molto simile ad un vela ma con linee molto idrodinamiche. E’ caratterizzato da un vero e proprio solco al cento del corpo, creato per il passaggio dell’acqua. Deriva in metallo correderanno il tutto e lo renderanno molto stabile anche in forte corrente. Una volta scelto il galleggiante non ci resta che utilizzarlo nel modo più consono in foce. Foci basse o alte sono un ottimo hot spot per insidiare la protagonista indiscussa di questi ambienti, sua maestà la spigola. Non sarà raro vederla cacciare anche in acque con profondità irrisoria. Ovviamente gli approcci che dovremo utilizzare saranno diversi. Le foci naturali sono degli ambianti affascinanti proprio per la loro morfologia. Nello stresso tratto potremo trovare anche a poche decine di metri una differenza sostanziale di fondale e trovare tratti di un metro di profondità non è una cosa rara anzi, proprio in questi ambienti molto difficili per via della forte corrente, potremmo avere ottime chance.

In questi luoghi caratterizzati da corrente sostenuta, cerco sempre di utilizzare lenze abbastanza leggere. La corrente sarà molto forte e non sarà raro utilizzare sovrataratura di oltre dieci grammi. La presentazione corretta del nostro bigattino è sempre di fondamentale importanza. Dovremmo dare un equilibrio armonico alla nostra paratura. Per fare questo in condizione di forte corrente, preferisco appoggiare un buona porzione di lenza invece di realizzarne una di grammatura maggiore. Quindi creo una spallinata dell'ordine di un grammo e al momento della misurazione del fondo, appoggio la stessa per la metà della sua lunghezza. Il terminale dove collocheremo un amo di piccole dimensioni sarà lungo quanto il fondale, quindi oltre il metro di lunghezza. In questo modo saremo noi a dare l'equilibrio corretto alla nostra lenza aumentando o diminuendo la profondità. Un terminale così lungo è dovuto dalla pasturazione che effettueremo. La pasturazione sarà effettuata con bigattino sfuso. L'ideale sarebbe incollare le nostre larve ma, le prede che andremo ad insidiare non amano questo tipo di richiamo. Tanto e spesso sarà il nostro diktat. Pescheremo in fondale basso e con forte corrente e le larve che fionderemo raramente stazioneranno sul fondo.

Ecco spiegato il motivo di un terminale lungo che si confonderà con la scia che creeremo. Grazie a l'equilibrio che avrà la nostra lenza, il nostro innesco composto da un bigattino non sarà in balia della corrente ma si muoverà in maniera armonica, proprio insieme ai bigattini fiondati. Per rendere tutto ancora più equilibrato ci viene in aiuto il segnalatore della famiglia Cralusso. Il Torpedo in queste condizioni si trova nel suo ambiente naturale. Grazie al suo design taglierà perfettamente la superficie dell'acqua, rendendo il nostro apparato pescante idoneo alla situazione.
Il suo compito è di frenare la corrente, cosa che un galleggiante tradizionale non riuscirebbe a fare e ci darà la possibilità di utilizzare la sovrataratura proporzionata alla correntre e non superiore come succederebbe con l'utilizzo di un segnalatore italiano. Cosa non di poco conto. Le bolognesi ideali in questi ambienti son senza dubbio attrezzi con una buona “schiena”. Oltre a contrastare spigole anche di ottime dimensioni, dovremmo fare i conti con la forte corrente e canne troppo “dolci” non farebbero al caso nostro. La spigola in questi spot hai un comportamento simile ad un pesce di acqua dolce. La prima cosa che farà appena si sentirà in pericolo, sarà di andare a cercare la corrente principale, creando un forte attrito con l'acqua che con veemenza risalirà.

Sangue freddo e una buona dose di esperienza decreteranno il buon esito del combattimento. Si consigliano guadini lunghi con maglie larghe, per via della forte corrente. In questo post abbiamo visto le grandi potenzialità del galleggiante torpedo su fondali bassi e con forte corrente. Nei pist successivi vedremo il corretto utilizzo di questo accessorio su fondali profondi alla ricerca della regina del salmastro.